San Giovanni in Foro
La Torre
La chiesa attuale risale alla seconda metà del secolo XII, ma sorge al posto di una più antica del secolo VIII. In epoca medievale venne innalzata una torre di difesa che sfruttava il basamento di un’antica costruzione romana, successivamente venne aggiunta una cella campanaria a bifore conclusa da una copertura a quattro falde.
La Torre Campanaria
Le Campane
Vi sono due campane antiche: la prima risale al 1540 ed è opera del veronese Alessandro Bonaventurini, la seconda risale al 1677 ed è opera di Paolo II De Levis, anche lui di Verona. Vi è inoltre una campanella del 1679 di Bartolomeo Pesenti. Il telaio in legno di sostegno delle campane è del 1882.
Il "Pendolo di Foucault" situato nella chiesa e collocato a destra dell'altare maggiore
Scheda Tecnica
Iconografia delle Campane
Campana 1
La campana del 1540 presenta sotto la calotta un fregio ben lavorato, seguito dalla seguente iscrizione:
IN PRINCIPIO ERAT VERBV ET VERBV CARO FACTV EST
MDXL
R.D. MARCI ANTONII DE TORTIS RECTORIS BASILICE S.IOANIS AD FORUM MUNERE COELATA
Sotto troviamo festoni vegetali intervallati da foglie. Sul corpo della campana ci sono le seguenti figure:
Gesù Crocifisso, S. Michele Arcangelo che trafigge il demonio, L’Adorazione dei Magi, S. Giorgio e il drago.
Racchiusi in medaglioni irregolari vi sono i simboli dei quattro evangelisti:
l’Angelo (San Matteo), il leone (San Marco), il bue (San Luca), l’aquila (San Giovanni).
In due piccole medaglie diametralmente opposte è ripetuto il marchio del fonditore Alessandro Bonaventurini.
Campana 2
La campana del 1677 presenta sotto la calotta quattro monogrammi di Gesù, sotto vi è una decorazione floreale, poi viene l’epigrafe che inizia con una piccola croce:
ANGELVS LENOTTVS I.V.D. RECTOR S. IOANNIS AD FORVM
Dopo l’epigrafe troviamo le seguenti immagini sacre:
Mosè, S. Giovanni Battista, Madonna con Gesù Bambino, Cristo Risorto, S. Paolo, S. Antonio da Padova.
Sull’orlo della campana vi è il nome del fonditore e la data:
PAVLUS DE LEVIS F. MDCLXXVII
Campanella
La campanella del 1679 presenta la data di fusione impressa all’interno del vaso sonoro, come già in altri bronzi del medesimo fonditore Bartolomeo Pesenti.