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Torre dei Lamberti

Situata nel luogo dell'antico Campidoglio romano, la sua costruzione fu cominciata per volere della potente famiglia dei Lamberti (successivamente bandita da Verona ed estintasi). La robusta parte iniziale, in conci di cotto e tufo, risale al secolo XII. Nel 1140, in piena epoca comunale, iniziò la sua funzione di torre civica e vi fu installata la prima campana, di cui nulla sappiamo. Nel 1272 gli Statuti Albertini stabilirono che, oltre alla campana detta “dell'Arengo” e poi “Rengo” (dal nome dell'assemblea che chiamava ad adunanza) vi fosse anche un altro bronzo, chiamato “Marangona”, che doveva segnare gli orari di lavoro delle corporazioni.

Epoca scaligera

Nel 1311 una delle due campane venne rifusa e se ne aggiunse un'altra, chiamata “Consolata”. Nel 1394 Zanfrancesco Da Legnago rifece il "Rengo", che era usato anche per annunciare le esecuzioni capitali, gli allarmi, gli incendi, il raduno della milizia e l'arrivo di una pestilenza. Vennero incaricati dei campanari con funzioni anche di custodi, guardie carcerarie (la torre solitamente ospitava qualche detenuto) e vedette. Essi alloggiavano gratuitamente nella torre ed erano esenti da tasse ed obblighi militari. Nel 1406 fecero una supplica affinché il neo-governatore veneziano mantenesse i loro privilegi, cosa che quest'ultimo concesse.

Epoca Veneziana

Intorno alla metà del secolo XV la torre fu sopraelevata fino a raggiungere le forme attuali. Sopra la parte iniziale in tufo e cotto venne innalzata una canna in laterizio conclusa da un’ampia cella campanaria a trifore; superiormente venne poi costruita un’elegante lanterna ottagonale in pietra bianca. La torre, conclusa da una copertura a falde inclinate rivestite di piombo, raggiunge l’altezza di 83 metri ed è la più alta della città.

Nel 1452 il fonditore Gasparino da Vicenza ricevette l'incarico di rifondere sia la "Marangona" che il "Rengo"; la prima fu poi rifatta nel 1471 in seguito ad un’incrinatura. Nel 1521 i Bonaventurini rifecero il "Rengo", che venne rifuso dagli stessi nel 1557, ottenendo quello ancora oggi funzionante, il quale, con i suoi 4215 kg, è per dimensioni la seconda campana di Verona e del Veneto, dopo il campanone della nostra Cattedrale.

Nel 1597 la dinastia Da Levo rifuse la "Marangona" in sagoma gotica.

 

Il settecento

Nel 1779 il fonditore Giuseppe Ruffini realizzò una campanella delle ore in SIb3 (in accordo di ottava col Rengo in SIb2) ed un'altra, detta “Rabbiosa”. Le campane erano in tutto cinque, tre delle quali (RE3, FA#3, LA3) costituivano un accordo armonico maggiore.
Il complesso risultava così composto:

Rengo:  Sib2, fuso dai Bonaventurini nel 1557
Marangona: nota Re3, fusa dai Da Levo nel 1597

Rabbiosa: nota Fa#3, fusa da Ruffini nel 1779
Consolata o Bajona: nota La3, fusa da ignoto nel 1311

Campanello delle ore: nota Sib3, fuso da Ruffini nel 1779

Questi bronzi suonarono per le Pasque Veronesi nel 1797, mentre nel 1798 venne realizzato il grande orologio sul lato della torre prospiciente Piazza Erbe.

Storia recente

Nel 1833 il Cavaliere Giovanni Cavadini, direttore di una fonderia rivale di quella del fratello Francesco, rifuse "Marangona", "Rabbiosa" e "Bajona". L'insieme forma un accordo armonico fondamentale di 4 note (Sib2, Re3, Fa3, Sib3) in uso in epoca barocca e che un tempo era detto "a salto".

La Torre Campanaria

Il "Rengo"

Le campane "SS Fermo e Rustico, "Marangona" e "Rabbiosa"

Torre dei Lamberti - plenum - SCV
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Scheda Tecnica

Iconografia delle Campane

Campana 1

"Rengo"

La treccia è costituita da sei braccia, lisce e perpendicolari due a quattro. Il cielo della campana presenta la tipica caratteristica dei bronzi rinascimentali, con una curvatura molto accentuata, quasi semisferica. Alla base della treccia vi è una modanatura a cerchi concentrici, mentre verso il limite inferiore della calotta troviamo una decorazione con foglie alternate a maschere. Sotto vi è un fregio a motivi vegetali e geometrici in cui è ricorrente il simbolo di San Bernardino, seguito dalla seguente epigrafe:

GABRIELE MAVROCENO PRAETORE ET HIERONIMO FERRO PRAEFECTO
ANNO DOMINI MDLVII
Sotto l’epigrafe troviamo dei festoni vegetali. Scendendo vi sono quattro medaglioni

circolari con all’interno le seguenti immagini:

Crocifisso       stemma del Podestà Gabriele Morosini          stemma del magistrato veneziano Mocenigo San Zeno

Sotto il medaglione di San Zeno compare il nome del fonditore:
ALEXANDRI BONAVENTVRINI VERONENSIS OPUS

A metà altezza vi è un cordone orizzontale piatto, sotto il quale compaiono le seguenti immagini:

San Pietro Martire
stemma di Verona
stemma del provveditore Cristoforo Vimercati Madonna col Bambin Gesù
stemma del Rettore Veneto Girolamo Ferro stemma del magistrato Bollani
Leone di San Marco
altro stemma di Verona
stemma del provveditore Cristoforo Cartolari

Santi Pietro e Paolo

Sotto l’immagine dei Santi Pietro e Paolo vi è la sigla del fonditore Alessandro Bonaventurini. Sulla gola della campana, sormontata dai simboli dei quattro evangelisti, appare la seconda epigrafe:

AERE EGO PRAESTANTUM VENETVM CAMPANA CANOROS ARTEQVE ALEXANDRI PROFLVO FVSA
SONOS ALTISONANS POPVLO RECINO SOLEMNIA DIVVM SACRA
REIS POENAS LAETITIAM PATRIBVS
«Io campana, fusa col denaro dei Soprastanti Veneti e dall’arte di Alessandro, espando rintocchi canori. Suonando a distesa annunzio al popolo i riti solenni in onore della Divinità, le pene ai rei, la gioia ai padri».

Sul bordo, nella parte bassa, troviamo nuovamente un cordone orizzontale piatto.

Campana 2

"Marangona"

ORA PRO POPVLO PROTECTOR MEVS ES TV
VIRTVS FORVM IN NVBIBVS OPEM FERAT SVPER LECTUM DOLORIS EXAVDI DOMINE VOCEM MEAM
SALVVM FAC POPVLVM TVVM ET BENEDIC HAEREDITATI TVAE

Entro una classica tabella anseata compare la seguente scritta:
IOSEPHO GRASSERIO PONTEFICE

IOSEPHO BERETTA PRAEF VRBI CVRANDE IOSEPHO SARTORIO IILIVIRO MVNICIPALI IOSEPHO GASPARIO AB ACTIS VRBANS IN OFFICINA TVRATIANA SENATVS VRBANI VOTO IOANNES CAVADINIS RECONFLAVIT AN MDCCCXXIII

Vi sono le seguenti immagini sacre:

Madonna con Gesù Bambino, San Zeno, due santi

Campana 3

"Bajona"

SI VOS PRO NOBIS OVIS CONTRA NOS STATO IN FIDE VIRILITER AGITE ET CONFORTAMINI ADIVTOR MEVS ES TV REPLEBIMVR IN BONIS DOMVS TVAE
DOMINE EXAVDI NOS IN DIE QVA INVOCAVERIMVS TE
LAVDANS INVOCABO DOMINVM ET AB INIMICIS MEIS SALVVS ERO

Entro una classica tabella anseata compare la seguente scritta:
IOSEPHO GRASSERIO PONTEFICE

IOSEPHO BERETTA PRAEF VRBI CVRANDE IOSEPHO SARTORIO IILIVIRO MVNICIPALI IOSEPHO GASPARIO AB ACTIS VRBANS IN OFFICINA TVRATIANA SENATVS VRBANI VOTO IOANNES CAVADINIS RECONFLAVIT AN MDCCCXXIII

Vi sono le seguenti immagini sacre:

Deposizione di Gesù dalla Croce,tre santi.

Campana 4

"SS Fermo e Rustico" o "Campanello delle ore"

MDCCLXXVIIII
IOSEPH RVFFINI P INFVNDO
Crocifissione di Gesù, Resurrezione, Santi Martiri veronesi Fermo e Rustico, un altro santo

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