Santa Maria in Organo
La Torre
La chiesa dell’antica e potente abbazia Olivetana di Santa Maria in Organo, che sorge sul luogo di una chiesa longobarda del secolo VI, fu consacrata nel 1131. Subì notevoli modifiche nei secoli XIV e XV, mentre la facciata (incompiuta) fu progettata da Michele Sanmicheli e realizzata nel 1592.
Il campanile sorge sull’antico e massiccio basamento in pietra di una torre di epoca romana, denominata “organum” perché ospitava un antico meccanismo per il sollevamento dell’acqua. Sembra che tale meccanismo, mediante l’energia idrica, facesse ruotare delle statue secondo un criterio cronometrico; pare inoltre che il risucchio delle pompe venisse convogliato in una serie di cannule per produrre melodie ad intervalli regolari di tempo.
Sopra l’antico basamento fu impostato un primo campanile romanico (secolo XII), del quale rimane oggi visibile la prima porzione della canna, in muratura di pietra e laterizio. Nel 1481, dopo il rifacimento della chiesa, iniziarono i lavori per la trasformazione del campanile su progetto di Frà Giovanni da Verona, lo stesso autore delle mirabili tarsie lignee della sacrestia e del coro. L’elegante torre rinascimentale venne conclusa nel 1533 sotto la direzione dell’architetto Francesco da Castello.
La struttura del campanile, al di sopra del basamento e del tratto di canna preesistente, prosegue in muratura di laterizio con due ordini delimitati da ripiani, contrafforti angolari, lesena centrale con arcate pensili e due aperture per lato. Al di sopra di una fine trabeazione dorica si eleva la cella campanaria, con aperture bifore sormontate da un occhio centrale; la cella è coronata superiormente da una cornice con balaustra perimetrale. Il campanile è completato da un tamburo ottagonale con aperture circolari su ogni lato; su questo poggia il cupolino ogivale, con spicchi rivestiti in lamiera di piombo. L’altezza complessivamente raggiunta dal campanile è di 42 metri mentre il lato di base misura 6,20 metri.
All’interno del tamburo ottagonale vi è una lapide cruciforme con la scritta:
F(ratello) IO(annes) BAP(tista) CAPELLO, AB(ate) ET F(frate) IO(annes) VER(onese) DEDALO ARCH(itetto), FRANC(esco da castello) LAPIC(ida), EXAMUSSIM ABSOLUIT MDXXXIII.

La Torre Campanaria
Le Campane
Le prime campane vennero collocate negli anni 1504 e 1515 ad opera del fonditore scaligero Antonio Zeno, o dal figlio Gerolamo. Tra il 1533 ed il 1538 ne furono commissionate altre ai fonditori Bonaventurini.
Il concerto veniva, con ogni probabilità, suonato a carillon.
La piccola fu ceduta nel 1557 per contribuire alla rifusione dell'attuale "Rengo", la grande campana civica della torre dei Lamberti. Nel XVII sec. il veronese Pesenti rifuse uno dei bronzi presenti sul campanile.
Nel 1709 la campana grossa fu rifusa dal De Rossi, mentre nel 1742 vennero rifatti 3 bronzi da Angelo Poni. Tuttavia l'insieme risultava scordato, così nel 1748 il fonditore Giuseppe Micheletti da Ledro, che aveva fonderia presso piazza Bra, rifece due campane in scala armonica.
Troviamo, ad immortalare questo evento, una incisione nel campanile con scritto:
ADI XXIMAGIOMDDIS MDCCXXXXVIII IOF // MICHELE VIOII FONDER E DUE CANPANE MAGRI IN VENA ARMO NICHI O // AESENDO NICOLA ECO DM // PESEDEI FONDITOR // FU RIFATA. “Adì 21 maggio 1748 Giuseppe Micheletti venni a fondere due campane maggiori in linea armonica, essendo Nicola economo e padrone fu rifatta una campane del fonditore Pesenti”. Poco più tardi, Giuseppe Ruffini rifuse la campana maggiore in profilo pesante.
Dalla fine del secolo XVIII cominciò una capillare diffusione del sistema veronese, si può pertanto supporre che il telaio, i ceppi e le ruote fossero stati rifatti o comunque adattati alle nuove esigenze meccaniche.
Nel 1832 si ruppe la seconda campana ed il fonditore (nonché parrocchiano) Luigi Chiappani la sostituì con un bronzo proveniente dal bresciano, fuso da Viviano Raineri nel 1673. L'omogeneità sonora del concerto era oramai del tutto compromessa, tanto che il maestro di campane e parrocchiano Luigi Gardoni affermò che erano tremendamente scompagnate. Fu così che nel 1839, il 3 giugno, alle sei e mezza di mattina, Gardoni suonò "a campanò" ed i campanari della squadra di San Giorgio in Braida eseguirono due "segni" con quei secolari bronzi, prima che questi ultimi fossero calati dalla torre. Partivano per essere rifusi dalla fonderia Chiappani, in contrada San Pietro Martire: la fusione avvenne nottetempo e ne uscì un buon concerto a sei voci in FA#3 calante, con la campana maggiore del peso di kg 675.
Nel 1899, epoca in cui era attiva una compagnia parrocchiale di suonatori di un certo prestigio, essendosi rotta la campana piccola si pensò di ordinare un concerto in tonalità più grave. La fonderia Cavadini realizzò 6 campane in MI3 in sagoma ultra-leggera, offerte dai conti Giusti del Giardino. Il nitido partito decorativo, di ispirazione bucolica, è quello standard delle campane veronesi di quell'epoca. Le due campane più piccole vennero rifuse in seguito ad incrinature nel 1916 e 1926. I bronzi, azionati manualmente, sono montati su un telaio in ferro e dotati di ceppi in ghisa modello Cavadini.
Nel 1962 su iniziativa di Pietro Formelli (1914 – 2009) si ricostituì la vecchia compagnia parrocchiale dei campanari, che dal 2010 è divenuta parte della Scuola Campanaria Verona.

Progetto dell'intelaiatura curato dalla ditta Cavadini, realizzato ad acquerello

Progetto dell'intelaiatura curato dalla ditta Cavadini
Scheda Tecnica
Iconografia delle Campane
Campana I
"V"
D O M ET MARIAE IN COELUM RECEPTAE HUJUS TEMPLI TITULARIS ET PATRONAE HOC OPUS IN RELIGIONIS PIGNUS
SACRA HAEC AERA REFUNDENDA CONSTANS GARZOTTI ARCHIPRESBITERAD HOC STIPEM CONTULIT COMES HIERONIMUS GIUSTI
F XVI KAL SEPTEMBRIS A D MDCCCXCIX
PREMIATA FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO VERONA
Immagini: Maria Assunta, Crocifissione, S. Pietro, S.Michele
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Campana 2
"IV"
RECEM CUI OMNIA VIVUNT VENITE ADOREMUS
MDCCCXCIX
PREMIATA FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO VERONA
Immagini: S. Giuseppe, S. Giovanni, Madonna del Rosario, S. Francesco d'Assisi
Campana 3
"III"
VENITE ESULTEMUS DOMINO JUBILEMUS DEO SALUTARI NOSTRO MDCCCXCIXPREMIATA FONDERIA VESCOVILE
LUIGI CAVADINI E FIGLIO VERONA
Immagini: S. Benedetto, S. Francesco, S. Francesca, S. Zeno
Campana 4
"II"
HODIE SI VOCEM MEAM AUDIERITIS NOLITE OBDURARE CORDA VESTRA MDCCCXCIX
PREMIATA FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO VERONA
Immagini: S. Girolamo, S. Apollonia, S. Vittoria, S. Antonio
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Campana 5
"I"
BENEDICIAMUS PATREM ET FILIUM CUM SANCTO SPIRITUS LAUDEMUS ET SUPEREXALTEMUS EUM IN SAECULA
PREMIATA FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO VERONA 1916
Immagini: S. Luigi, S. Antonio, S. Elena, S. Paolo
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Campana 6
"sestina"
PER SINGULOS DIES BENEDICIMUS DOMINUMIN MEMORIAM AMALIAE ROCCA IMPENSIS ALOYSII ROCCA NEPOTIS AES DENUO FUSUM A D MCMXXVI D HUMBERTO DE DANIELE PAR
PREMIATA FONDERIA VESCOVILE LUIGI CAVADINI E FIGLIO VERONA
Immagini: S. Bartolomeo, Immacolata, Angeli Custodi, S. Giovanni